giovedì 10 novembre 2011

Carte siciliane

Storia di tre compari
che nella vita si ritrovarono
fra la via dell’amore…
Come tutti, del resto
anche loro nei loro errori
camminavano su un sottile filo di spago
ma il tutto sembrava una favola
una dolce sinfonia di suoni
che diceva, cantava, giocava
faceva sognare la classica coppa
dell’omonima donna
che li ubriacava
li ingannava
e pian piano li tradiva
li tradì.
Fortunatamente
qualcosa nell’aria
li avviava
gli cantava la realtà di come stessero
veramente le cose
che non rispecchiava per nulla
i loro sogni.
Uno dei tre compari
il più imbroglione e doppiogiochista
che si possa incontrare
andò a cercare la sua donna
in quella Germania così meccanica…
costei, donna gentile
donna amabile, piena di misteri
così brava nel ruolo d’angioletto
così grande e sola eroina
delle notti d’amore
gesta dolci, caldi
mani sempre innanzi a lui
coppa sempre piena
per soddisfare le sue seti…
la così infatti chiamerei
donna di coppe
donna tentatrice
così brava nel saperti ubriacare
nel saperti prendere
e farsi desiderare donna.
L’altro compare
un tipo calmo, tranquillo, placido
ma così tanto capace d’essere
turbolento, inquieto
e cornificato dalla Dea delle astuzie
sempre nelle occasioni giuste…
lui la sua donna la cercò in quell’Italia
in quella città così bella
così essenziale
infatti sto parlando della nostra capitale
e lei una star
bella, luminosa, donna d’illusioni
e desiderata da tutti
e come infatti
egli, per le strade letali
sempre le spalle si dovette guardare
spalle vitali che la donna di spade
gli voleva squarciare.
Quell’altro compare
un tipo che vi saprà definire
solamente Dio
perché così vario e di svariati colori
ad ogni caso e situazione
che nessuno ha avuto modo di poter dire
o poter dare una definizione a quello che lui è
però possiamo dire che lui
in questa Sicilia
trovò la donna di bastoni
donna dai seni sempre duri
dalle mani vuote
mani che in lui si cullavano
e pretendevano…
mani che troppe volte tiravano fuori mazzate
mani che andavano a fare male
in tutti i suoi minimi
da lei chiamati errori
sbagli vitali
perché di perfezione ella era pervasa.
Il suo agire come infatti
la sua arma rispecchiava
pedante ma presso ché ingenua.
Poi, questi compari
si ritrovarono insieme
a parlare di donne di coppe, mazze, e spade
però mancava qualcosa
una carta
quale la donna di denari
che nessuno di loro non aveva mai incontrato
e così fu che gli venne da pensare
- dopo ormai quasi convinti che
nessuna donna gli poteva giovare -
che per continuare la partita
quest’altra carta bisognava giocare
e così, briscola
e scopa
e tivitti.
Fine della fiaba.


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