domenica 20 novembre 2011

Sono uno scrittore profano

Sono uno scrittore
Uno scrittore
E vedo le cose
E le conosco
Ma non le capisco
Non trovo il rapporto fra me e loro
Come un alieno in un altro mondo
Come un mondo in un altro universo
Come un universo in un’altra galassia
Come una galassia in un altro spazio
Come uno spazio visto con altri occhi.
Sono uno scrittore folle
Uno che ascolta Chopin e gode
Uno scrittore pazzo
Ma non molto
Uno scrittore un po’ triste
Ma bastardo all’occasione.
Uno scrittore ribelle
Un idraulico volenterosamente pigro
Un factotum volenterosamente un poco volenteroso
Un campagnolo solamente per forza di cose
Una cosa che rompe proprio i coglioni
Una pioggia che non finisce mai
Un sole che di tanto piace
Un sole che non ho più rivisto
Un sole che sta lassù
Dove lo hanno messo.
Quella baldracca non franca
Con l’epatite C
Che me l’ha detto dopo
Dopo avermelo fatto
Ma non è riuscita a farmela prendere anche a me
Perché o ero troppo carico di vinaccia
O perché i miei anticorpi erano nella giornata battagliera
E in culo se l’è tenuta solo lei.
Sono uno scrittore libertario
Uno svagato fra genio e ironia
Uno psicopatico con chiodi fissi sul pisello
Con le emorroidi nel culo e il fegato e il resto a percentuale
Con la mente aperta fra la nebbia della massa
Col pisello fuori dalla cerniera mentre piscio su un muro
Col pisello in ritirata mentre sento un freddo cane
Col pisello che non c’è quando intorno a me c’è niente.
Ma che cazzo però
Tutta questa vita che sembra in giro
E a me da loro non viene neanche uno straccio d’ispirazione
Per scrivere un nuovo romanzo.
Io per trovarla ho bisogno della mia genialità
Del mio modo di pormi fra la vita
Del mio passato, del mio presente
E di quel tuo passaggio in determinati momenti.
Poi, del resto, sono uno scrittore
Uno scrittore profano.

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